http://www.ladigetto.it/index.php?news=18069

http://www.webtv.provincia.tn.it/focus/-altri_eventi/pagina368.html

http://www.uffstampa.provincia.tn.it/CSW/c_stampa.nsf/0/73456BE68E737488C12579E900328C01

http://www.trentofestival.it/webtv/ita/scheda.php?idFilm=656&bck=1



Durante la realizzazione del documentario TUNNEL FACTORIES sulle armi segrete di Hitler e le fabbriche di armamenti in galleria che coinvolsero principalmente il trentino, il regista e autore, Mauro Vittorio Quattrina, si imbattè in molte testimonianze che parlavano dei violenti bombardamenti che la linea del Brennero subì.

Non solo, durante la ricerca negli archivi cinematografici americani, il regista trova delle pellicole dei combat camera americani che filmarono (e fotografarono), stazione per stazione e ponte per ponte, ogni paese e città da Verona fino a Innsbruck (A), colpite dai bombardamenti.

Il regista Mauro Vittorio Quattrina, inizia le ricerche sia d'archivio che sul campo; scopre l'esistenza, quindi di un libretto, scritto a macchina, nel 1946 intitolato "The Battle of The Brenner" relativo al 57° stormo da bombardamento della U.S: Air Force, realizzato per mantenere vivo il ricordo di quegli avvenimenti appena finita la guerra.

Nei sei mesi precedenti la fine delle ostilità del 2 maggio 1945, le forze aeree alleate, per la totalità americane, portarono innumerevolii attacchi incentrati sull'asse Verona- Innsbruck o Linea del Brennero e furono effettuati appunto dal 57° Bomb Wing o dal 22° Comando Tattico Aereo della 12a e 15a Air Force.

Solo per dare un dato significativo, basti pensare che dal Brennero principalmente e da altre linee secondarie, passavano 24.000 tonnellate di rifornimenti ogni giorno, circa 5 volte il fabbisogno delle truppe tedesche in Italia.

Preceduta da attacchi isolati nei mesi precedenti, il 6 novembre 1944 scatta l'operazione Bingo. L'obbiettivo è quello di fermare questo flusso di merci tedesche. I bombardamenti si concentrano sulle centrali elettriche e sui trasformatori elettrici perché l'Intelligence alleata stima che fermando le locomotive elettriche, i tedeschi dovrebbero usare quelle a carbone, più lente, e il flusso potrebbe scendere da 24.000 a 10.000 tonnellate.

Non c'è ponte, centrale elettrica, stazione, snodo stradale o ferroviario che non venga colpito. Inizia una vera e propria battaglia (con tanto di rafforzamento di antiaerea tedesca con i famosi cannoni da 88mm. ) specialmente, e con accanimento, con bombardamenti concentrati nella zona che parte dal confine trentino/ veneto fino dopo Trento. Ma la battaglia non risparmia nessuna zona del Trentino/Alto Adige

Pensiamo solo che Ala è stata una delle cittadine più bombardate d'Italia e che si stima in circa 220 kg. per abitante la quota di esplosivo lanciato dagli aerei sulla linea del Brennero.

Ecco allora che, per colpa dei bombardamenti, la popolazione civile, come sempre nelle guerre, ne viene coinvolta, ed è questa la storia che principalmente il regista Mauro Vittorio Quattrina, vuole maggiormente raccontare.

Come viveva la gente nei rifugi, la paura, le speranze, il famoso "Pippo", il vivere quotidiano anche nelle sue piccole cose. Ed è così che il regista ha iniziato una serie di interviste di "chi c'era" che prendono spunto dalla Battaglia del Brennero per voler conoscere fatti che sono raramente raccontati come l'oscuramento, il razionamento, cosa si mangiava, cosa si indossava, che scarpe si usavano... una serie di informazioni che si stanno rivelando preziosissime, come un quadro verista di antropologia, e che con gli occhi di oggi sembrano quasi impossibili da concepire.

Viene dato anche spazio alla vita nei rifugi antiaerei la maggior parte, specie nei piccoli centri, ricavati da gallerie e grotte risalenti alla prima guerra mondiale e che rappresentano anche l'inizio del documentario che il regista ha girato ad Ala con alcune scene di fiction con la Compagnia filodrammatica di Ala.

14/04/2012, 18:30

L'Arena Cultura & Spettacoli

Bombe sulla valle dell'Adige Arrivavano dalla Corsica

FESTIVAL DI TRENTO. Nel film di Quattrina «La battaglia del Brennero»

29.04.2012

Zoom Foto

Bombardieri americani in volo

Al Festival di Trento, in corso in questi giorni, viene presentato il nuovo film di Mauro Vittorio Quattrina La battaglia del Brennero. Mediometraggio, prodotto dalla Provincia autonoma di Trento, il film ci porta a riflettere su una battaglia, quella combattuta da Verona a Innsbruck, poco celebrata dalle pagine di storia, ma che, dalle testimonianze, risulta essere costata più bombe di quelle piovute su Montecassino. Più che di una vera «battaglia» si tratta di una micidiale sequenza di bombardamenti iniziati nel novembre del 1944 per protrarsi fino alla primavera del 1945. Bombardamenti effettuati dagli alleati per bloccare la linea ferroviaria usata dai tedeschi per rifornire le loro truppe in Italia. Quattrina, con l'aiuto di immagini documentarie, di repertorio e provenienti anche da archivi statunitensi, attraverso interviste a storici e testimoni, ricostruzioni con attori, e tenendo come traccia il diario di padre Domenico da Montesever, attento cronista dei fatti, riesce a dare un preciso quadro del peso che quei bombardamenti ebbero. Dal punto di vista militare i bombardamenti servivano a mettere fuori uso le centrali elettriche che alimentavano la linea ferroviaria del Brennero, e completavano il loro lavoro con la sistematica distruzione dei ponti di Laives, di San Michele all'Adige, di Vodi e tutti gli altri. Di più: venivano bombardate anche le rocce che si affacciavano sulla linea per provocare frane. Il più distruttivo in questo senso è stato il bombardamento di Sant'Ambrogio di Valpolicella. Quattrina è attento anche a quanto ha patito la popolazione civile, costretta a trovare rifugio nelle gallerie costruite nella Prima guerra mondiale, in condizioni igieniche proibitive, con casi di tifo e altre malattie, e ancora peggio costretta a fare i conti con le bombe «farfalla» che hanno seminato morte e mutilazioni tra i bambini, e con i tentativi tedeschi di sviare i bombardamenti, che si concretizzarono nella creazione di una finta nebbia fatta nascere con sostanze come l'acido solforico e peggio, che causarono un avvelenamento dei terreni e degli orti, e di seguito la nascita di bambini già morti o segnati da malattie. Conseguenze di una guerra in cui gli italiani non erano più protagonisti ma vittime passive. Il regista non prende posizione, resta chirurgicamente fermo sui fatti: centinaia di missioni, anche più volte al giorno, 46 aerei alleati (la cui base era in Corsica) caduti. L'aviazione italiana e quella tedesca però non incisero: i bombardieri si scontravano tra loro per il maltempo della lunga valle dell'Adige. Quello che Quattrina racconta è un lacerto di una grande Storia. Encomiabile il suo intento: non dimenticare.

Ugo Brusaporco

 

 

 

Maglia pubblicitaria del Documentario "LA BATTAGLIA DEL BRENNERO" del Regista Mauro Vittorio Quattrina realizzata da: Squadratlantica www.squadratlantica.it un grazie a Davide Pizzolato
Maglia pubblicitaria del Documentario "LA BATTAGLIA DEL BRENNERO" del Regista Mauro Vittorio Quattrina realizzata da: Squadratlantica www.squadratlantica.it un grazie a Davide Pizzolato

TRENTOFILMFESTIVAL

Sono tre i documentari veneti in concorso

TRENTO. Tre pellicole che raccontano magiche e dolorose allo stesso tempo, fatte da piccole voci o da grandi narratori. Sono i documentari veneti che saranno presenti alla 60ª edizione del...

TRENTO. Tre pellicole che raccontano magiche e dolorose allo stesso tempo, fatte da piccole voci o da grandi narratori. Sono i documentari veneti che saranno presenti alla 60ª edizione del TrentoFilmfestival, che apre i battenti giovedì prossimo.

Il primo è di Elia Romanelli, regista di Venezia, “Len pensieri e storie di tre artisti gardanesi” (Italia, 2012). Segue l’opera di ricerca storica documentaristica del regista e autore veronese Mauro Quattrina con “La battaglia del Brennero” (Italia, 2011), un film che inquadra in un’unica visione i diversi bombardamenti da Verona a Innsbruck avvenuti durante la Seconda Guerra mondiale. Infine, un documento toccante, raccontato da uno dei grandi narratori della montagna: Mario Rigoni Stern, “La Grande Guerra sull'Altopiano di Asiago”, di Mirco Melanco (Asiago) e Federico Massa (Padova).

«Ho avuto la fortuna di nascere in montagna e per questo ho avuto un regalo in più dal creatore». Dice Tone Da Cudan uno dei tre artisti di montagna raccontati dal film “Len pensieri e storie di tre artisti gardanesi”. Il documentario parte dalla montagna per rivelare i suoi rapporti con l’arte.

Il secondo è “La battaglia del Brennero”, il documentario prodotto dalla Provincia di Trento composto di interviste e immagini di vecchi reportage, costruito dall’autore e regista veronese Mauro Quattrina.

Si rivedono i bombardamenti che hanno portato paura e morte in tanti villaggi e città, rapide corse a cercare salvezza nei rifugi, case distrutte e morsi della fame. Tutto questo viene raccontato attraverso le testimonianze contenute nel diario di padre Domenico di Montesover e avvalendosi di materiale cinematografico e fotografico inedito e raro.

22 aprile 2012

Martedì, 29 Maggio 2012 10:15

A Lavis il 31 maggio la battaglia del Brennero

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LAVIS - Giovedì 31 maggio all'Auditorium Comunale di via F.Filzi alle ore 20.30, è prevista la proiezione del documentario (2012), genere docufiction/guerra/sociale/storico, prodotto dalla Provincia Autonoma di Trento, col titolo originale "The Battle of the Brenner".

Regia , soggetto e sceneggiatura di Mauro Vittorio Quattrina, consulenza storica di Lorenzo Baratter, il documentario (durata 57') narra praticamente le vicende tragiche dei trentini durante i bombardamenti dell'ultima guerra, per Lavis ci sono le scene girate all'interno del Rifugio Antiaereo sul Pristol, l'intervista al sindaco Graziano Pellegrini con la testimonianza del cimitero detto "degli angeli", una zona riservata all'infanzia che in quel periodo aveva un numero elevato di decessi.

C'è anche una rara sequenza di uno dei bombardamenti (erano stati ben 240) proprio sul Ponte dei Vodi allora chiamato dagli aerei alleati "Il Ponte del Diavolo". Tutto viene raccontato attraverso testimonianze dirette di alcuni testimoni ancora viventi e anche dal diario di padre Domenico di Montesover. Materiale fotografico e cinematografico inedito, mentre i filmati storici presenti nel film sono stati tratti dalla pellicola USA "Liberator Over Europe".

Oltre naturalmente a Lavis, il documentario è stato ambientato a Ala, Calliano, Marco, Nomi, Rovereto, S.Michele all'Adige, Vezzano, Fraveggio, Pergolese, San Pelagio e anche a Zambana, praticamente in tutta l'asta dell'Adige.brenner
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Logo della Provincia di Trento
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In collaborazione con l'Associazione Culturale Memores
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Il marchio ufficiale del documentario
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